Non avrei mai creduto di poter parlare di architettura su grande
scala come farò adesso, in università sono stata indirizzata a studiare molta urbanistica
ma sapevo bene che era un modo di allontanarci dal mondo del lavoro perché non avremmo mai fatto niente del genere. Eravamo
in piena contestazione e i baroni si assicuravano di avere il vuoto dietro di loro…ma
basta polemiche, eccoci qua ad inventare un mondo nuovo.
La prima cosa che devo dire, riferendomi all’Italia, è che vi sono regole e vincoli strettissimi che impediscono la libera progettazione anche al di là di ogni logica e se è vero che si deve salvaguardare l’ambiente, ho visto negli anni i politici bloccare le aree a verde per poi cambiare le leggi e dare le concessioni ai loro protetti, stessa cosa è accaduta per i limiti di volumetria e tutto il resto, quindi se gioco, gioco da persona libera e darò la mia interpretazione partendo da una tabula rasa.
Dopo aver visto il progetto Venus, pur nutrendo rispetto ed ammirazione per le ipotesi proposte, vorrei far notare a tutti che non si può progettare sulle basi del vecchio paradigma, perché il vecchio paradigma non ci sarà più, quindi, invece di migliorare le strutture utili al sistema, io devo partire dalle nuove esigenze scaturite dagli eventi che arriveranno ed è ad esse che rivolgo la mia attenzione.
Devo elencare i drastici cambiamenti che avverranno e fare le conseguenti
considerazioni anche se sembreranno decisamente fuori da ogni odierna logica,ma
voglio giocare fino in fondo al nuovo mondo e lo faccio.
Non molto tempo dopo l’Evento tutti avranno in casa un duplicatore, questo
comporterà non pochi cambiamenti:
1) non ci sarà più la necessità di effettuare ingenti trasporti di
merci ed anche la rete di distribuzione sarà stravolta; sto parlando di uno sconvolgimento
della situazione. Cose come grossista, magazzini generali, magazzini di
stoccaggio, vendita all’ingrosso, supermercati, vendita al dettaglio, non
saranno più necessari o forse esisteranno in maniera ridotta come residuo di
sistema. Anche lo smaltimento rifiuti non sarà più un problema perché essi
verranno “destruiti” dallo stesso sistema.
2) Conseguentemente, la rete di trasporti attuale risulterà sovradimensionata
e, dato il nocivo impatto con l’ambiente che dovrà ridiventare coprotagonista,
sarà ridotta in modo sostanziale anche in considerazione del fatto che le razze
evolute extraterrestri, che ci hanno preceduto, hanno preferito, per il
trasporto ad alta velocità, la costruzione di canali sotterranei e ne abbiamo
rilevato le testimonianze anche su altri pianeti. Anche le basi militari
sotterranee utilizzano tali treni supersonici, perciò le strade d’ingresso e di
collegamento tra le città saranno per uso locale, o comunque, non saranno l’unica
alternativa all’accesso delle aree abitative; non posso supporre quanto l’uso
di ricognitori di piccola dimensione possano incidere ulteriormente sulla
necessità di tali vie.
3) Con l’avvento della free energy, nessuna rete elettrica, diga,
centrale idroelettrica,condotta forzata, centrale di stoccaggio, canale di alta
tensione con tralicci o cavi sottomarini, sarà più necessaria, tranne, indovino, qualche struttura piramidale o torre di Tesla, di richiamo
e distribuzione via etere dell’energia. (Ipotizzo perché non ho le conoscenze
necessarie per formulare supposizioni vicine alla realtà extraterrestre). Con
tali risorse, anche le opere di urbanizzazione primaria per approvvigionamento dell’acqua,
dell’energia, delle comunicazioni, non saranno più necessarie laddove oggi sono
un vincolo imprescindibile per la costruzione di nuove abitazioni; si potrà vivere
dovunque, anche in aree dove prima era impensabile poter vivere.
4) Le nuove risorse renderanno inutili le lunghe ore al “lavoro”
ora necessario per rendere schiava la popolazione; anche la burocrazia ed i
suoi costrutti salterà così come le pesanti documentazioni richieste per poter
svolgere qualsiasi attività. Cosa farà la popolazione libera dai pesanti orari
di lavoro? Quali saranno le nuove esigenze dell’uomo libero, lontano dai falsi
bisogni indotti dalle pubblicità delle multinazionali? Qui è necessaria un po’
di filosofia; siamo veramente creature venute nell’universo per lavorare, guardare
una partita, comprare e morire o forse questo è quello che si aspetta da noi il
“sistema”? Non la faccio lunga, per me il bisogno primario dell’uomo è
aumentare la consapevolezza e in una città questo vuol dire potersi informare (biblioteche
con camere di proiezione tridimensionale), potersi esprimere (teatri), poter
giocare (stadi da gioco, palestre per sport e danze, laboratori di arte) e
poter meditare (templi per i rituali). Locali per ritrovarsi, ristoranti e bar
per mangiare insieme, viali per passeggiare godendosi la natura, parchi, e per
il lavoro e le consulenze, uffici con sale di consultazione. Avremo sempre
bisogno di “ospedali” anche se le malattie vere e proprie non esisteranno più
per stare sempre al meglio riequilibrando il nostro fisico e la nostra mente
con mezzi che ci forniranno le nuove conoscenze e la nuova tecnologia. Ci
saranno mezzi di trasporto pubblico e privato ed officine per la manutenzione
dei veicoli, piattaforme per gli atterraggi delle astronavi, sale per il
teletrasporto (jumprooms che, tra l’altro, esistono già). Ci sarà ancora una
sede di governo con le sale per i consigli e per la diplomazia poiché, come credo,
gli scambi culturali con le popolazioni degli altri pianeti saranno continui.
Immagino delle strutture abitative atte a raccogliere la luce ma anche piccole case nel verde, un centro dove si svolgono le attività sociali facile da raggiungere e molta acqua, canali e laghi. Sarebbe bello che in questo immaginativo si unissero altre persone per formulare al meglio la città ideale. Questi sono i punti salienti e irrinunciabili, per me, di cui tenere conto in una progettazione per la nuova società.
Luisella
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